Verità per Giulio Regeni
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CGIL LEGALITÁ

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SI AMMAZZA ANCHE PER NON ESSERE AMMAZZATI

Mentre il processo d’appello di Aemilia a Bologna si ferma, per evitare i pericolosi affollamenti delle udienze, quello in Corte d’Assise a Reggio per gli omicidi del 1992 corre veloce verso le richieste di condanna che arriveranno, salvo sorprese, venerdì 6 marzo. Sarà il pubblico ministero Beatrice Ronchi ad avanzarle in aula, al termine del terzo giorno di requisitoria. Lo farà partendo dalle dettagliate ricostruzioni che per ore l’hanno vista impegnata nelle precedenti udienze; lo farà tirando le conclusioni dell’incrocio tra evidenze processuali passate, indagini e riscontri investigativi, dichiarazioni di due fondamentali collaboratori di giustizia: Antonio Valerio e Angelo Salvatore Cortese.
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CORONAVIRUS BATTE AEMILIA: UDIENZE RINVIATE PER DUE SETTIMANE

L’udienza di martedì 3 marzo al processo d’appello di Aemilia, presso il carcere della Dozza di Bologna, forse non s’aveva da fare. Il buonsenso dice che stante l’attuale situazione nel paese, radunare nella stretta aula bunker del carcere oltre 150 persone tra avvocati, magistrati, imputati, praticanti, giornalisti e parti civili, era un tantino azzardato.
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AEMILIA 92 E QUEGLI OMICIDI PER TROPPO TEMPO DIMENTICATI

Alle 11,05 di venerdì 21 febbraio 2020 il Presidente della Corte d’Assise di Reggio Emilia Dario De Luca chiude la discussione in aula e dà la parola al pubblico ministero Beatrice Ronchi per la requisitoria finale. Dopo 28 udienze iniziate l’11 febbraio 2019, ad un anno di distanza, è tempo di tirare le conclusioni di questo processo che tocca la parte violente e mostra la mano omicida della ‘ndrangheta di Cutro emigrata al Nord.
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A SCUOLA DI LEGALITÀ

Professori e studenti dell’Istituto Comprensivo di primo grado di Poviglio e Brescello hanno incontrato lunedì mattina 17 febbraio…
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CONDANNATO IN CERCA DI LAVORO

Settimana di fuoco per Aemilia e per i diversi rivoli processuali nei quali si è incanalata la lotta alla penetrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Quattro udienze in quattro giorni, per quattro fronti diversi di giudizio. Martedì 18 febbraio prima seduta del nuovo processo a Bologna per le posizioni rinviate in Corte d’Appello dalla sentenza della Cassazione del 24 ottobre 2018.
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APPELLO DI AEMILIA: PRIMA UDIENZA E PRIME SCINTILLE

“Dove c’è mafia non può esserci sindacato”. E’ il messaggio che lanciano CGIL CISL e UIL dell’Emilia Romagna nel giorno in cui si apre a Bologna, all’interno dell’aula buker del carcere della Dozza, il processo d’appello agli uomini della ‘ndrangheta condannati ad oltre 1200 anni di reclusione dal primo grado di Reggio Emilia.
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AEMILIA A BOLOGNA… PASSANDO DA MODENA

Per Aemilia è tempo di ricominciare. Il più grande processo alla ‘ndrangheta della storia italiana approda nell’aula bunker del carcere della Dozza a Bologna, dove da giovedì 13 febbraio 2020 iniziano le udienze del secondo grado di giudizio.
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IL MEMORIALE E LA CENA CON SALVINI

Alle 9,40 di martedì 8 maggio 2018, presso il carcere di Rebibbia, a Roma, l’ispettore superiore Dario Rinna scrive a verbale che inizia il collegamento a distanza con l’aula bunker di Reggio Emilia, dove si svolge l’ennesima udienza del processo Aemilia. Il collegamento serve per consentire all’imputato Antonio Valerio di assistere e partecipare al dibattimento. Otto ore più tardi la video conferenza viene interrotta ma l’ispettore Rinna informa che durante l’udienza è stato acquisito un memoriale di 106 pagine, dattiloscritto e firmato dallo stesso Antonio Valerio, dietro autorizzazione del presidente del collegio giudicante Francesco Maria Caruso. Il giorno dopo la direttrice di Rebibbia Rosella Santoro spedisce il memoriale alla neo presidente del tribunale di Reggio Emilia, Cristina Beretti, a sua volta membro del collegio giudicante di Aemilia.
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AH CHE BELL’ ‘O CAFÉ…

Angelo Salvatore Cortese, oggi collaboratore di giustizia e prima uomo di ‘ndrangheta battezzato a Cutro nel 1985 (col grado di picciotto), ha una memoria di ferro e ricorda molto bene in particolare i periodi trascorsi in carcere. Illuminante, per la ricostruzione del duello all’ultimo sangue tra la cosca Dragone e quella Grande Aracri, è stata la sua deposizione al processo Aemilia sull’incontro tra i due boss, Antonio detto Totò e Nicolino detto Mano di Gomma, avvenuto nel carcere Ugo Caridi di Siano in provincia di Catanzaro. Il 14 febbraio 2017 Cortese racconta nell’aula bunker di Reggio Emilia che i due si incontrarono tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004 nelle aree per la passeggiata all’aria aperta. Erano divisi solo da una rete e si scambiarono alcune battute: “Non mi dai la mano?” chiese Antonio Dragone a Nicolino Grande Aracri. E questi gli rispose: “Ma come, mi vuoi uccidere e mi chiedi pure di darti la mano?”
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UN MAFIOSO IN SOGGIORNO

Al liceo scientifico di Bologna Albert Bruce Sabin (il medico polacco a cui dobbiamo il vaccino contro la poliomelite), lunedì 20 gennaio parliamo di mafia e di penetrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Quando mostro le slide dei personaggi eccellenti inviati al “soggiorno obbligato” in Emilia Romagna, negli anni tra il 1958 e il 1995 (furono 3562 secondo il dossier “Mafie senza Confini” edito nel 2011 dalla regione Emilia Romagna e da Libera) una ragazza tra i cento studenti che partecipano all’incontro alza la mano e chiede stupita: “Ho visto bene? Totò Riina è venuto al confino a San Giovanni in Persiceto?” E’ il paese dove lei vive e la sua curiosità è normale. Il foglio di via obbligatorio per Riina, dopo il suo arresto a Corleone e la successiva scarcerazione, fu firmato dal tribunale di Palermo nel 1969 e prevedeva come destinazione proprio il ricco comune di 28mila abitanti che si trova 20 chilometri a nord di Bologna.
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L’ANNO CHE STA ARRIVANDO…

“Tra un anno passerà…” diceva un tale; e come lui anche noi ci stiamo preparando. Come sarà il 2020? Lungo e intenso, portatore di vittorie e di sconfitte… né più né meno degli altri anni. Ma per non scadere nel cinismo proviamo a stendere un sintetico calendario delle cose più significative che accadranno, con il cuore rivolto ai temi di cui ci occupiamo normalmente. Se ci sbagliamo perdonate: mica siamo il mago Otelma…