Verità per Giulio Regeni

AL LAVORO CON IL REDDITO DI CITTADINANZA: LE PERPLESSITA’ DELLA CGIL

L’intesa raggiunta da Comune e AUSL, di cui non conosciamo i contenuti nel dettaglio non essendo stati coinvolti, prevede l’impiego di cento percettori di reddito di cittadinanza a supporto della gestione del piano vaccinale; questa scelta, da parte della amministrazione locale, impone, secondo, noi alcune considerazioni ulteriori oltre le dichiarazioni dei promotori e lascia qualche perplessità sul campo.

  • L’operazione dimostra come sia assolutamente pretestuosa la narrazione che vuole i percettori di Reddito di cittadinanza come fisiologicamente allergici al lavoro, con buona pace di quegli imprenditori che imputando a questo istituto l’impossibilità di reperire manodopera;
  • Il fatto che questi cittadini vengano occupati in sanità la dice lunga su quanto sia in difficoltà questo comparto che più di ogni altro avrebbe dovuto uscire “migliore” dall’emergenza pandemica, e che onestamente avrebbe bisogno di interventi più strutturali sul piano occupazionale;
  • La legge che consente alle amministrazioni locali di attivare questo tipo di percorsi non è sicuramente una buona norma, in quanto nasconde dietro un’alea di politica attiva la possibilità di far lavorare i disoccupati senza retribuirli;
  • Sul tema del lavoro gratuito esprimiamo le nostre maggiori perplessità. Il Reddito di Cittadinanza è una misura temporanea di contrasto alla povertà che deve sorreggere la persona in un momento di difficoltà; perché la persona in questione possa uscire da questo stato (e conseguentemente cessare di dipendere da un sussidio statale) deve avere concrete opportunità di ottenere una occupazione stabile e con una retribuzione dignitosa. Non ci pare sia previsto che a questi 100 disoccupati, una volta terminato il loro servizio di utilità sociale, si prospetteranno percorsi di stabilizzazione inerenti all’attività che svolgeranno in questi mesi.

Auspichiamo che questa operazione sia limitata alla impellente necessità di supportare il settore sanitario e non costituisca un precedente. Ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione dignitosa. Chi percepisce un sussidio deve essere messo in condizioni di trovare una occupazione vera e rendersi economicamente autonomo (dal sussidio stesso innanzitutto). Lavorare gratuitamente non può essere ritenuto un fatto normale. La povertà non è una colpa da dover in qualche modo espiare.

La segreteria CGIL RE

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