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SMART WORKING, INCHIESTA TRA I METALMECCANICI. FIOM: OBIETTIVO MILLE QUESTIONARI, UNO STRUMENTO PER LA CONTRATTAZIONE

Un’inchiesta online per conoscere il punto di vista dei lavoratori metalmeccanici reggiani sul tema dello smart working: come viene vissuto e come si vorrebbe regolamentarlo.
La Fiom di Reggio Emilia sta diffondendo in questi giorni un questionario in decine di aziende reggiane con l’obiettivo di conoscere, nel modo più accurato, le opportunità e le criticità di quella modalità di lavoro da remoto che dal primo lockdown del 2020 si è diffusa in maniera significativa in tutte le aziende.
“I lavoratori degli uffici ci stanno chiedendo di inserire nei contratti integrativi un capitolo sul lavoro agile – spiega Simone Vecchi, Segretario territoriale della Fiom Cgil – e in molte aziende la discussione in tal senso è già avanzata”.
Per la Fiom di Reggio Emilia la regolamentazione dello smart working è una sfida inedita che investe non solo il sindacato ma anche le proprietà aziendali, i responsabili delle risorse umane, i quadri intermedi e tutti i lavoratori interessati.
“La pandemia ha determinato un grande esperimento sociale che ha coinvolto milioni di lavoratori e ha dimostrato che anche lavorando da casa, in massa, le imprese possono funzionare e i lavoratori quasi sempre hanno un beneficio nella qualità della vita” sintetizza Vecchi.

Per questa ragione i metalmeccanici della Cgil reggiana hanno predisposto una ricerca in collaborazione con il Prof. Matteo Rinaldini dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che nei mesi scorsi era stato convocato dal Ministro Orlando al tavolo tecnico del Ministero del Lavoro sul tema del lavoro agile, con la Professoressa Lisa Dorigatti dell’Università Statale di Milano e con Matteo Gaddi dell’Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Reggio Emilia.
Il lancio di un’inchiesta territoriale è per la Fiom reggiana anche la conferma di un nuovo metodo di lavoro che unisce lo studio e la ricerca con l’azione sindacale, perché la conoscenza sia uno strumento di mobilitazione e trasformazione sociale.
“Abbiamo l’obiettivo di raccogliere almeno mille questionari – afferma la Fiom reggiana – perché vogliamo avere un quadro dettagliato di quello che accade nelle imprese reggiane, dal momento che senza questo livello approfondito di conoscenza non è possibile cambiare in meglio la realtà lavorativa”.

Il sindacato dei metalmeccanici intreccia quindi il proprio percorso con l’accademia allo scopo di mettere a disposizione dei propri delegati sindacali, e anche delle imprese, uno strumento conoscitivo nuovo che aiuti a regolamentare al meglio il lavoro agile nelle imprese.
Già in queste settimane si sono svolte decine di assemblee da remoto nei luoghi di lavoro in cui le impiegate e gli impiegati delle imprese metalmeccaniche hanno avuto un primo momento di confronto con il sindacato. “E’ unanime, negli interventi ascoltati finora, la richiesta di inserire nei contratti aziendali il diritto al lavoro agile- spiega la Fiom – e a noi pare evidente che questa nuova possibilità di lavorare anche fuori dall’ufficio sia percepita come fondamentale”.
Il questionario della Fiom è compilabile al link it.surveymonkey.com/ProvainchiestaReggio e consta di 85 domande sui temi cruciali che caratterizzano il lavoro agile: ovviamente il luogo di lavoro, chi decide la possibilità e i vincoli dello smart working, gli orari, i carichi di lavoro e soprattutto la conciliazione tra tempo di lavoro e esigenze extra-lavorative, in particolare per quelle lavoratrici e quei lavoratori che hanno familiari da assistere.
La raccolta dei questionari è iniziata in queste settimane e nel prossimo mese di ottobre verranno presentati alla città i risultati della ricerca. L’appuntamento quindi è al 10 ottobre, quando la Fiom di Reggio renderà pubblici i dati raccolti.

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