Verità per Giulio Regeni

SINDACATI E IMPRESE METALMECCANICHE UNITI CONTRO LE MOLESTIE

KOHLER: FIM E FIOM PER LA PRIMA VOLTA INSIEME ALL’AZIENDA. PRESENTI ANCHE NON DA SOLA E LA CONSIGLIERA DI PARITA

Tre ore di iniziativa congiunta tra sindacati e impresa alla Lombardini Kohler contro le molestie e le violenze sulle donne.

Organizzata dalla Direzione Aziendale, insieme alle Rsu e a Fim Cisl e Fiom Cgil provinciali, nella cornice di “GENERIamo cultura” promossa da Federmeccanica, Fim, Fiom, Uilm nazionali, oggi centinaia di operaie e operai hanno presenziato nella grande sala mensa della Lombardini per confrontarsi sul fenomeno delle violenze di genere e su come poter contrastare le molestie nei luoghi di lavoro e non solo.

L’HR manager Claudia Tondelli ha presentato i progetti aziendali per la riduzione del gap di genere, spiegando i sistemi di monitoraggio interno di eventuali comportamenti discriminanti e non rispettosi e soprattutto il nuovo sistema di segnalazione di episodi di molestie.

L’azienda, con il nuovo contratto aziendale da poco stipulato, ha previsto 4 ore di formazione obbligatoria a tutto il personale (sugli stereotipi di genere, per il contrasto alle molestie, sul linguaggio rispettoso delle differenze) e ha ribadito che dopo aver recepito contrattualmente l’Accordo Quadro firmato da Cgil Cisl Uil per combattere le molestie nei luoghi di lavoro, avrà “tolleranza zero”, al di là del ruolo ricoperto, nei confronti di ogni persona che lavora in azienda che si farà protagonista di atti di molestie e/o violenza anche psicologica o verbale.

A nome della segreteria provinciale della Fiom è intervenuta Luana Mazza insieme a Mario Olivito, Operatore Sindacale Fim Cisl, ricordando alle maestranze della Kohler i diritti previsti dalla contrattazione collettiva, sia nazionale che aziendale.

Alla Lombardini il contratto aziendale ha di recente visto un aumento salariale di 1.300 euro fissi annuali e ha trasformato un’indennità legata alla presenza in una quota fissa di 50 euro al mese, riducendo in questo modo il peso dei percorsi individuali che solitamente sono la via privilegiata per la creazione del cosiddetto “gender gap salariale”.
Oltre a ciò il contratto aziendale ha previsto strumenti per promuovere un lavoro di cura paritario all’interno delle famiglie, garantendo anche ai padri un periodo di congedo parentale senza penalizzazioni salariali per oltre due mesi e mezzo, che si aggiunge alla possibilità prevista dal contratto collettivo nazionale di usufruire dello stesso strumento anche per due ore al giorno, permettendo sia alle nuove madri che ai nuovi padri di avere, nei fatti, un part-time orizzontale per mesi senza perdite di carattere economico.

L’avvocato Federica Riccò, Presidente dell’associazione Non Da Sola che gestisce da anni la Casa Anti-violenza di Reggio Emilia, è intervenuta per ricordare quanto sia importante l’autonomia economica delle donne anche per liberarsi da uomini violenti, e come l’autodeterminazione delle donne passi spesso dalla garanzia di salari dignitosi, contratti full time, certezza di un lavoro non precario. Riccò inoltre ha spiegato, ad una platea prevalentemente maschile, come ogni anno al centro anti-violenza arrivi circa una telefonata al giorno (350 all’anno) di una nuova donna che chiede aiuto, donne che hanno estrazioni sociali differenti: libere professioniste, disoccupate, lavoratrici dipendenti, artigiane, non provenienti quindi solo dagli ambiti sociali più disagiati, e come non sia possibile considerare il fenomeno della violenza sulle donne come una “emergenza” perché si tratta un un problema attuale che ha radici lontane che occorre sradicare con un grande sforzo collettivo, istituzionale e culturale.

Nel pomeriggio infine è intervenuta anche la Consigliera di Parità, dottoressa Francesca Bonomo, che ha descritto alla platea in sala quali sono gli “episodi sentinella” che devono accendere un allarme rispetto alla possibile presenza di molestatori in azienda. Ha spiegato il concetto giuridico di molestie e violenza e soprattutto ha descritto il funzionamento e il ruolo della Consigliera Provinciale di Parità e i tanti casi in cui si è riusciti, in questi anni, ad avere giustizia grazie alle denunce delle donne e la solidarietà dei colleghi.

La Consigliera di parità, che nel contratto aziendale della Lombardini è coinvolta in diversi aspetti (dalla formazione obbligatoria alla presenza al tavolo sulle pari opportunità) ha proposto a sindacati e azienda di pensare di istituire la figura della “consigliera di fiducia”.

Per Simone Vecchi, segretario generale della Fiom di Reggio e Mario Olivito della Fim Cisl Emilia Centrale, i sindacati che hanno promosso l’iniziativa insieme all’azienda e a Unindustria Reggio Emilia “la contrattazione collettiva avanzata della Lombardini, frutto di positive relazioni sindacali, è un esempio per tutti, ma strumenti come la formazione obbligatoria contro le discriminazioni, o un congedo di paternità pari a quello delle madri senza penalizzazioni salariali dovrebbero essere strumenti previsti per tutti i lavoratori e non solo per chi lavora in aziende con una contrattazione di secondo livello importante” inoltre anche “iniziative come quella di oggi dovrebbero essere un modello per tutte le altre imprese, e non dovrebbero rimanere isolate”.

Claudia Tondelli, Emanuele Iori e Nicole Masini, HR manager di Kohler, hanno infine ricordato a tutto il personale come nella storia aziendale non fosse mai avvenuta prima un’iniziativa congiunta col sindacato e che averla organizzata sul tema della violenza di genere e delle discriminazioni dimostra come l’impegno su questi argomenti debba essere responsabilità di ogni persona e soggetto e non di una sola parte.

Tutte le notizie in “FIOM”
Notizie Correlate