Verità per Giulio Regeni

METALMECCANICA,ANCORA RECORD PROFITTI NEL 2022. FIOM “DA PROFITTI RECORD SI ARRIVI A UN CONTRATTO RECORD”

VECCHI (FIOM) AD UNINDUSTRIA: “SVOLGIAMO INSIEME LE PROSSIME ANALISI DI SETTORE”
GADDI (CGIL): “700 MILIONI I DIVIDENDI DISTRIBUITI AGLI AZIONISTI IN 5 ANNI”

Per il quinto anno consecutivo la Fiom di Reggio Emilia ha analizzato i bilanci delle imprese metalmeccaniche reggiane, utilizzando gli ultimi bilanci a disposizione, quelli del 2022, restituendo così alla città la dinamica dell’andamento di settore della nostra provincia negli anni.

“Anche il 2022 è stato un anno record di crescita dei profitti, per questo riteniamo ci siano le condizioni per dare risposte alle rivendicazioni salariali per il contratto nazionale e quindi arrivare ad un rinnovo record nei prossimi mesi” ha dichiarato Simone Vecchi, Segretario Provinciale della Fiom che ha voluto immediatamente precisare che “auspichiamo che ai tavoli negoziali non si strumentalizzi politicamente la congiuntura economica negativa dei mesi recenti a fronte di oltre un decennio di crescita degli utili e di una distribuzione della ricchezza che si è consolidata sempre più a favore dei profitti e a discapito del lavoro”.

L’analisi ha riguardato 1.041 imprese metalmeccaniche della nostra Provincia (oltre il 90%) che hanno depositato il bilancio alla Camera di Commercio in maniera continuativa nel quinquennio 2018-2022, aziende che insieme hanno alle proprie dipendenze circa 38 mila addetti.
“Il Valore Aggiunto rappresenta la ricchezza che le imprese producono – spiega Matteo Gaddi che per l’Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Reggio ha svolto l’analisi dei bilanci – se la immaginiamo come una torta vediamo che in cinque anni la fetta della quota salari è diminuita di 7 punti percentuali (dal 60% al 53%) mentre la fetta dei profitti è cresciuta di 4 punti percentuali e mezzo (da 22,7% a 27,2%), di cui ben 2 punti percentuali solo tra il 2021 e il 2022”.
“La ricchezza da anni si sta spostando dal fattore lavoro al capitale in maniera consolidata” è il commento di Gaddi.

Il 2022 è stato l’anno in cui sono impennati i prezzi dei beni energetici, e in cui le Associazioni datoriali degli industriali hanno denunciato il rischio di una riduzione dei margini di profitto causata proprio dall’inflazione energetica.
“I fatti dicono però chiaramente che le imprese sono state in grado di rivedere i prezzi dei propri prodotti per compensare e persino superare gli aumenti dei costi di materie prime ed energia, che tra l’altro incidono poco sui costi totali, eccetto che per le aziende siderurgiche – spiega Gaddi – e anche cosi si è favorito l’aumento dei profitti”.

L’anno scorso diverse Istituzioni internazionali, tra cui la Banca Centrale Europea, individuarono nell’incremento dei profitti della maggioranza delle imprese la causa principale dell’inflazione, quella stessa inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto dei salari, che sono rimasti fermi o cresciuti in maniera insufficiente.
“L’aumento dei costi energetici ha peggiorato il potere d’acquisto dei salari, mandando in crisi tanti bilanci familiari, ma non ha inciso significativamente sui bilanci delle imprese metalmeccaniche reggiane che anzi hanno visto ancora una volta crescere gli utili netti” commenta Vecchi.

Dall’analisi emerge che il costo del lavoro “per addetto” in 4 anni è aumentato del 7,72% mentre l’utile netto “per addetto” è aumentato del 46,35%.
Il confronto tra il 2018 e il 2022 vede il fatturato complessivo crescere del 39,4%, il valore aggiunto crescere del 34,2%, i costi del personale (comprensivo dell’aumento degli addetti, dei contibuti Inps e Inail e degli stipendi dei manager) aumentare del 18,4% mentre i profitti sono cresciuti del 60,7%.

“Il 2018 è stato l’anno d’oro per la metalmeccanica reggiana, in cui superò tutti i record economici dei venti anni precedenti – racconta Gaddi – ma il 2022 ha visto comunque crescere l’utile netto per addetto fino a 27 mila euro all’anno dai 18.500 del 2018, una vera impennata che segue all’impennata del lustro precedente”.
Complessivamente gli utili annuali delle imprese metalmeccaniche nel 2022 sono stati oltre un miliardo e 200 milioni di euro, crescendo di oltre il 60% rispetto ai 900 milioni di euro nel 2018.

L’analisi della Fiom Cgil e della Camera del Lavoro di Reggio Emilia confronta per la prima volta i conti economici delle imprese con gli stati patrimoniali ricavando anche il dato di quella parte degli utili che sono stati redistribuiti agli azionisti (i cosiddetti dividenti).
“Nel quinquennio stiamo parlando di oltre 700 milioni di euro di profitti redistribuiti – spiega Gaddi – una cifra sicuramente considerevole”.

“L’andamento economico del settore ovviamente è guardato con attenzione da sindacati e associazioni datoriali di impresa quando si devono rinnovare i contratti collettivi e in particolare il contratto collettivo nazionale – conclude Vecchi – per questo potrebbe essere un’idea avere una analisi condivisa del settore che restituisca un dato oggettivo almeno a livello territoriale”.

I PRINCIPALI DATI DELL’ANALISI della FIOM
Anno 2022
N° AZIENDE analizzate: 1041 (92% del totale)
Addetti: 38 mila
Fatturato totale: 17 miliardi 407 milioni di euro
Utili totali: 1 miliardo 217 milioni di euro

Valori medi per addetto 2022
Costo del lavoro: 54.889 euro annuali
Ebitda: 42.543 euro annuali
Utile netto: 27.051 euro annuali
Fatturato: 356.711 euro annuali

Variazioni tra il 2018 e il 2022
Fatturato: + 39,42%
Valore aggiunto: + 34,15%
Ebitda: + 62,53%
Costi del personale: + 18,40%
Utili netti: + 60,74%

Composizione Valore aggiunto 2018
Costi del personale: 60,32%
Ebitda: 37,92%
Utile netto: 22,69%

Composizione del valore aggiunto 2022
Costi del personale 53,24%
Ebitda: 45,94%
Utile netto: 27,18%

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