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40 ORE DI SCIOPERO NEI METALMECCANICI.FIOM FIM UILM “SI ALZA IL CONFLITTO”.Venerdì 20 giugno sciopero e manifestazione a Bologna

“Se le prime 32 ore di sciopero non sono bastate a riaprire la trattativa per il contratto collettivo nazionale, e la posizione di Federmeccanica resterà ancora sorda alle nostre richieste, gli industriali reggiani dovranno aspettarsi un innalzamento del livello dello scontro sociale” così i Segretari Generali di Fiom Uilm Fim reggiani Simone Vecchi, Jacopo Scialla e Alessandro Bonfatti che proseguono “negli ultimi dieci anni sono cresciuti i profitti delle imprese ma si è ridotto il potere d’acquisto dei metalmeccanici, questo è inaccettabile e continueremo a lottare finché non si avrà un contratto che dia una risposta salariale adeguata e rafforzi i diritti dei lavoratori”.
Il prossimo 20 giugno i sindacati metalmeccanici hanno proclamato altre otto ore di sciopero generale con manifestazioni e cortei regionali, che in Emilia Romagna si svolgerà a Bologna con concentramento al Parco Nord.
“Da Reggio Emilia partiranno non meno di 20 pullman – comunicano i sindacati reggiani – in particolare da Piazzale Europa partiranno alle 6.30 del mattino le lavoratrici e i lavoratori delle imprese del comune di Reggio e limitrofi.”

Sono oltre 350 le assemblee sindacali che i sindacati dei metalmeccanici hanno già svolto in queste settimane per parlare con decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori e confrontarsi con loro sullo stallo che da sette mesi blocca la trattativa di rinnovo del contratto collettivo nazionale più importante dell’industria italiana.

“Migliaia di lavoratori che pur in cassa integrazione hanno comunque effettuato 32 ore di sciopero vogliono essere ascoltati, adesso. – dichiarano i Segretari di Fim Fiom Uilm reggiani – Responsabilità sociale di impresa è ascoltare, confrontarsi e raccogliere la voce dei propri dipendenti”. Per le tute blu di Cgil Cisl Uil reggiane nelle aziende le operaie e gli operai stanno perdendo la pazienza, sta aumentando l’incomprensione e la rabbia per un contratto scaduto da un anno.

I dirigenti sindacali sono usciti dalle proprie sedi e hanno deciso di svolgere la conferenza stampa in via Tosch,i di fronte all’ingresso della Confindustria di Reggio Emilia.
“Reggio Emilia è l’unico comune capoluogo dove il Consiglio comunale all’unanimità ha chiesto alla Confindustria locale di esercitare un ruolo costruttivo nella trattativa nazionale, è la città in cui il 28 marzo si è svolta la manifestazione più grande del Paese, ma ancora non vediamo un protagonismo positivo degli industriali reggiani – spiegano Vecchi Bonfatti e Scialla – Leonardo, Fincantieri, Nuovo Pignone e altre importanti aziende hanno preso parola pubblicamente sul contratto per una riapertura del confronto, sarebbe un segnale positivo per i propri dipendenti vedere che gli industriali reggiani non stanno alla finestra ma si adoperano per superare lo stop deciso da Federmeccanica”.

Nella provincia di Reggio Emilia le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici coinvolti dallo sciopero, che riguarda anche le piccole industrie che applicano il contratto nazionale firmato da Unionmeccanica Confapi, sono circa 35 mila in migliaia di imprese, molte delle quali attualmente ancora stanno utilizzando ammortizzatori sociali.

“Quando la crisi passerà, e le imprese vorranno aumentare i livelli produttivi, si troveranno ancora scioperi che saranno doppiamente efficaci – proseguono Scialla Vecchi e Bonfatti – per questo motivo conviene anche agli industriali cercare di trovare al più presto una soluzione contrattuale che dia una risposta ai lavoratori, i quali, per ogni sciopero in più che devono fare per il contratto, aumentano le aspettative sul risultato finale”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche una delegazioni di Rsu Fim Fiom Uilm delle maggiori imprese reggiane, come Argo Tractors, Nexion, Comer Industries, Walvoil, Sonoco, Dana Motion System, Dpc Hydraulicas, Bosch Rexroth, Lombardini, Smeg, Rcf.

“Occorre far crescere il mercato interno alzando i salari, la manifattura non può vivere di solo export, gli industriali devono ascoltare i lavoratori, la rabbia sta aumentando nelle fabbriche” ha dichiarato Donatella Prati, Rsu Fiom dell’Argo Tractors di Fabbrico.

“Gli operai nelle fabbriche sono uniti e vogliono un contratto che aumenti il potere d’acquisto delle retribuzioni. Dopo sette mesi di stallo quello di Federmeccanica non è un comportamento serio. Noi non ci fermeremo” afferma Francesco D’Acunzo, Rsu Fim della Sonoco di Calerno.

“E’ inspiegabile la posizione della Federmeccanica. Siamo convinti della buona adesione allo sciopero. Occorre riaprire la trattative, le nostre colleghe e i nostri colleghi che hanno votato la piattaforma vogliono risposte” dichiara Emiliano Cocconi Rsu Uilm della Walvoil di Bibbiano.

I NUMERI DELLO SCIOPERO

35 mila le lavoratrici e i lavoratori coinvolti dallo sciopero
12 mesi dalla scadenza del contratto
7 mesi dall’ultima trattativa
40 ore di sciopero in 6 mesi proclamate da Fim Fiom Uilm
280 euro di aumento mensile in tre anni, la richiesta salariale dei lavoratori
345 le assemblee sindacali svolte per organizzare il prossimo sciopero.
Oltre 20 pullman già prenotati per la manifestazione di Bologna.

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