LA FP CGIL “PER CHI VUOLE ACQUISIRE I CREDITI IMMATRICOLAZIONE GRATUITA, MA NEL FRATTEMPO SI LAVORI PER NON PENALIZZARE OCCUPAZIONE E TENUTA DEL SERVIZIO”
Si è svolto oggi pomeriggio l’incontro tra il Sindacato e l’Università sul tema del mancato riconoscimento crediti per accedere ai servizi educativi dell’infanzia.
L’incontro, al quale hanno partecipato la Funzione pubblica Cgil di Reggio, la Flc Cgil di Modena e il direttore dei corso di laurea, Antonio Gariboldi, ha riguardato la comunicazione di Unimore in cui si avvisavano gli ex studenti in merito al fatto che il loro corso di Laurea ( L-19) non sarebbe stato più sufficiente per essere assunti nei servizi educativi della prima infanzia, sia nel settore privato sia in quello pubblico.
“Abbiamo chiesto il perché di questa comunicazione tardiva e sommaria in quanto la normativa è cambiata nel 2018 con il DM 378 – spiega la Fp Cgil in una nota – Rimaniamo convinti che la soluzione a questa problematica debba essere individuata a livello politico, purtroppo ad oggi questo procedimento di Unimore rischia di scaricarsi esclusivamente sugli ex studenti con ricadute occupazionali e di tenuta complessiva dei servizi educativi”.
“A fronte di questa situazione, e in attesa di una soluzione “politica”, abbiamo chiesto a Unimore di prevedere, per chi comunque volesse integrare il percorso formativo immatricolandosi in sovranumero, che l’immatricolazione sia completamente a carico dell’Università e che le lezioni siano programmate tenendo contro delle esigenze degli ex studenti che nella stragrande maggioranza dei casi lavorano all’interno dei servizi dell’infanzia – fa sapere il sindacato -. Continueremo a coinvolgere, oltre alla politica, anche i datori di lavoro pubblici e privati affinché sia trovata una soluzione normativa che non danneggi gli ex studenti”.
“Riteniamo non più rinviabile da parte delle Istituzioni e dell’Università una risposta chiara e non penalizzante in merito alla validità o meno del percorso di studi intrapreso a suo tempo dagli studenti di Unimore che oggi si trovano in questo limbo normativo”.