Verità per Giulio Regeni

INTERPUMP, ANCORA SCIOPERI. FIOM “NUOVE VIOLAZIONI”

VECCHI (FIOM) “LA DIGNITÀ NON SI LICENZIA”

Ancora fermate in sciopero alla Interpump di Calerno per protestare contro il recente licenziamento del delegato Fiom.
“Le operaie e gli operai dell’Interpump non dimenticano il proprio delegato cacciato fuori dall’azienda con un licenziamento – dichiara la Fiom – e continueranno a ricordarlo ai manager aziendali fino a quando non sarà fatta giustizia”.

Ieri la Fiom di Reggio Emilia ha organizzato sei assemblee sindacali nei locali aziendali per aggiornare i lavoratori sulla vertenza che vede coinvolto il delegato Fiom licenziato e per ascoltare le opinioni dei colleghi sul clima aziendale.
“L’azienda ha impedito a Massimo Marigliano, dirigente provinciale della Fiom, di partecipare all’assemblea come previsto dallo Statuto dei lavoratori. – fa sapere la Fiom di Reggio Emilia – Ancora un’altra violazione di legge che la dice lunga le sulle reali volontà dei manager della Interpump, e anche sulle loro competenze”.

Violazione dello Statuto
Dal 20 maggio 1970, giorno in cui fu approvato in Italia lo Statuto dei Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori, ai dirigenti sindacali è permesso entrare nei locali aziendali per svolgere le assemblee, ma questo non è avvenuto ieri alla Interpump di Calerno.

“Il Direttore Generale dell’Interpump si è frapposto fisicamente tra noi e l’ingresso e ci ha comunicato che Marigliano non avrebbe potuto entrare. – spiega Giovanni Prisco della Fiom di Reggio – Nonostante il Segretario generale Simone Vecchi gli abbia fatto presente che era un diritto previsto dallo Statuto e che con quel gesto stava palesemente violando la Legge dello Stato italiano, e gli abbia chiesto se l’azienda avesse conoscenza che Marigliano è un dirigente provinciale della Fiom in quanto componente della Assemblea Generale Provinciale e quindi non poteva essergli impedito l’accesso”.
In conseguenza di quella decisione aziendale le assemblee sindacali in azienda sono state gestite dalle restanti Rappresentanze sindacali unitarie (RSU), da Giovanni Prisco e dal Segretario Provinciale Simone Vecchi, e i lavoratori hanno discusso anche dei nuovi scioperi.

L’affetto dei colleghi
“Sono rimasto molto colpito dall’affetto che in tutte le assemblee le colleghe e i colleghi hanno mostrato nei confronti di Massimo – dichiara Vecchi dopo aver ascoltato oltre 250 operaie e operai – Un licenziamento di questo tipo ha il consapevole effetto di schiacciare la dignità di chi per vivere deve lavorare, e il non poter dire al proprio figlio di essersi guadagnato la pagnotta a fine giornata può diventare umiliante, purtroppo”.

La dignità non si licenzia”
“La dignità non si licenzia – insistono insieme Vecchi e Prisco- La dignità di Marigliano è nella generosità con cui per 22 anni ha fatto il delegato, che continuerà a fare. La dignità è quella dei colleghi che lo sostengono e si fidano di lui, dignità che non tutti i manager possono dire di avere”.

“Ci chiediamo se questi manager davvero non conoscano lo Statuto dei Lavoratori o se stiano consapevolmente reiterando un comportamento volto a ridurre le libertà sindacali – continua la Fiom di Reggio Emilia – In ogni caso l’effetto è una violazione dei diritti sindacali”.
La Fiom riferisce che il Dirigente che ha impedito alla Rsu di entrare avrebbe dichiarato “Possiamo essere liberi di decidere chi fa entrare a casa nostra?” prima di ribadire il divieto di ingresso per il dirigente sindacale.
“Un’ affermazione di questo genere- constatata Vecchi – mostra una cultura imprenditoriale antecedente allo Statuto dei Lavoratori, un’idea autoritaria e arcaica di impresa, fuori dalla storia e dal diritto, ferma agli anni Cinquanta del secolo scorso, che non è tollerabile in un’azienda di questa importanza e quotata in Borsa. In pratica ci è stato detto che dentro l’Azienda non valgono le leggi dello Stato”.

La Fiom di Reggio Emilia dichiara di aver fatto preparare mille borsine con stampato l’articolo 20 dello Statuto dei lavoratori da regalare ai propri iscritti in azienda, “perché i manager possano rileggerlo tutti i giorni e ricordarsi di vivere e lavorare in uno Stato di diritto.”

Nei prossimi giorni le assemblee dei lavoratori decideranno un ulteriore pacchetto di ore di sciopero a sosteno della vertenza sindacale per pretendere il ripristino della legalità e di un clima sereno in azienda.

La vicenda sindacale
Interpump Group è il più importante gruppo industriale metalmeccanico della nostra provincia, controllante anche di Walvoil, Reggiana Riduttori, I.Mec, quotata in Borsa a Milano e nel mondo conta oltre 9 mila dipendenti.
Dal 7 novembre e per 4 giorni consecutivi la maggioranza delle operaie e degli operai, sostenuti dalla Fiom di Reggio Emilia, ha scioperato per chiedere all’azienda di non licenziare un delegato sindacale che aveva ricevuto una pesante contestazione disciplinare.
La Fiom di Reggio Emilia, insieme al lavoratore e delegato, ha sostenuto la totale infondatezza degli addebiti, e ha definito “Attacco al sindacato” il licenziamento della Rsu, eletto nelle liste Fiom Cgil negli ultimi 22 anni.
Il lavoratore, 45enne con un figlio di dieci anni, ha lavorato quasi tutta la vita alla Interpump di Calerno, da quando aveva 17 anni, e in questi giorni i colleghi stanno continuando a scioperare perdendo salario, per mostrare all’azienda la fiducia nei suoi confronti e il totale dissenso rispetto alle decisioni aziendali.

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