“IL PIANO DELLA PROVINCIA VA RIPENSATO”
“La Flc Cgil di Reggio Emilia esprime netta contrarietà alle politiche ministeriali di dimensionamento della rete scolastica, che colpiranno di nuovo, da qui ai prossimi due anni, anche la provincia di Reggio Emilia in applicazione di un dispositivo normativo che prevede la realizzazione di una progressiva riduzione delle autonomie scolastiche”.
Si apre cosi la nota della Flc Cgil provinciale che mette nero su bianco la posizione ribadita dal sindacato scuola durante la Commissione di Concertazione convocata ieri dalla Provincia – ente responsabile della gestione del dimensionamento – dove “è stato sottolineato che che la scuola pubblica ha bisogno di investimenti e non di tagli – spiega Tatiana Giuffredi, Segretaria provinciale della Cgil scuola – Crediamo che questo dimensionamento sia motivato solo dalla volontà di ridurre costi di gestione, senza prevedere reali effetti positivi sulle scuole, e che l’accorpamento accrescerebbe la complessità organizzativa delle scuole con conseguenze di riduzione degli organici (dirigenti scolastici, dei DSGA e profili ATA)”.
La proposta presentata ieri dalla Provincia individua due accorpamenti: il primo fra IC Pertini1 e IC Pertini 2, il secondo fra CPIA Reggio Sud e CPIA Reggio Nord.
“Un piano che nelle intenzioni della Provincia rimarrà per ora sospeso – fa sapere la Flc Cgil – ma di cui contestiamo il metodo e il contenuto. Il piano infatti, approvato con l’avallo della Conferenza dei Dirigenti Scolastici, non ha tenuto conto del parere negativo dei Consigli di Istituto dei due CPIA, che si sono espressi contro l’accorpamento. La sua elaborazione, inoltre, non ha coinvolto preventivamente le Organizzazione sindacali, interpellate a giochi fatti, con l’esclusione dal dibattito delle lavoratrici e dei lavoratori, in merito soprattutto alle problematiche occupazionali e di organizzazione del lavoro che deriveranno dall’accorpamento”.
“In particolare, l’accorpamento dei due CPIA da una parte può essere giustificato con l’adeguamento alla norma nazionale che prevede che “di norma” il CPIA sia uno per provincia, dall’altra però contribuirebbe ad aggravare le problematiche strutturali di questo tipo di realtà scolastica” spiega Giuffredi.
I CPIA rivolgono infatti la loro offerta formativa agli adulti, nello specifico a coloro che devono apprendere la lingua italiana. Si tratta di studenti molto spesso lavoratori, con situazioni di vita che richiedono adeguamenti nell’orario delle lezioni e nella composizione territoriale dei punti di erogazione.
Il numero di iscritti, sommando i due CPIA, raggiunge a Reggio una quantità di 4.276 studenti, confermando il bisogno di potenziarne la presenza sul territorio.
Oltre al numero di iscritti vanno considerati anche i 1.800 studenti che sono in lista di attesa.
“L’organico docente e ATA di queste scuole non si modifica a seconda degli iscritti ai corsi, con la conseguenza che tante richieste rimangono inevase. Questo impedisce ai CPIA, nonostante gli sforzi organizzativi di chi vi opera, di rispondere alle reali esigenze di una popolazione scolastica molto particolare, in crescita e caratterizzata da fragilità linguistica, culturale e socio-economica. si legge nella nota sindacale -In questa situazione l’accorpamento dei due CPIA vorrebbe dire creare una scuola “mostro” per numeri e complessità, invece di incentivarne l’obiettivo di integrazione e inclusione”.
“Per queste ragioni contestiamo con forza la proposta della Provincia perché, pur nella volontà di sospensione procedurale del dimensionamento, ne pianifica l’esito individuando fra i destinatari il contesto scolastico più fragile: quello che non si lamenterà e non disturberà. Quello che ha meno incidenza sul consenso politico. Quello degli ultimi – conclude la Flc – Auspichiamo per tanto che questo piano venga rivisto per accogliere le istanze espresse democraticamente dagli organi collegiali e dal mondo del lavoro, nel rispetto di tutti gli attori coinvolti”.
