SESENA, PAPALEO E RINALDI PRENDONO POSIZIONE DOPO LE DICHIARAZIONI DI BONVICINI.
“TRADITO IL PIANO DI RILANCIO. PRONTI ALLA MOBILITAZIONE SE ARRIVERÀ PERSONALE SOMMINISTRATO”
“Il trasporto pubblico locale di Reggio Emilia è segnato da gravi problemi di efficienza e di trasparenza a partire da richieste di numeri e dati fatti a Seta e mai consegnati alle Rappresentanze Sindacali. Lo sanno gli autisti di Seta costretti a turni inaccettabili, lo sanno i cittadini e i pendolari di Reggio. Risulta fuori luogo, in queste condizioni, parlare di aumento dei biglietti senza un confronto approfondito con chi rappresenta maestranze e cittadinanza; anche l’ eventuale impiego di autisti somministrati e precari, ci trova in disaccordo”.
Così i leader confederali Cristian Sesena (Cgil Reggio Emilia), Rosamaria Papaleo (Cisl Emilia Centrale) e Roberto Rinaldi (Uil Reggio e Modena) commentano le recenti dichiarazioni dell’assessora alla Mobilità del Comune di Reggio Emilia, Carlotta Bonvicini.
Nonostante le garanzie offerte da Seta lo scorso 7 febbraio, il dato oggettivo è che iniziato l’anno scolastico tradendo le promesse fatte ai soci pubblici: non si torna ai livelli di qualità del 2023, Reggio si deve accontentare di un sistema di corse che arriva al 98% del pacchetto rimaneggiato nel 2024, l’anno orribile dei grandi tagli. Un dato fornito da Seta, peraltro. Le ragioni sono note: mancano gli autisti, letteralmente in fuga da una azienda partecipata dal pubblico che ha rinunciato vistosamente ad investire sulla qualità e sulla dignità del lavoro.
STOP AL LAVORO PRECARIO
“Il ricorso a personale somministrato non è, citiamo l’assessora Bonvicini, ‘una azione utile alla causa’. E’ invece un danno che aggiunge incertezza e precarietà, senza risolvere i problemi strutturali del nostro Tpl. Incertezza che potrebbe trasformarsi in beffa per gli autisti di Seta Reggio, qualora fossero confermate le pressanti indiscrezioni aziendali che parlano da giorni di veri e propri autisti gettonisti reclutati in Campania e destinati a Reggio – proseguono Cgil, Cisl e Uil –. Traduciamo per i meno esperti: in questo modo Seta spenderebbe fior di soldi pubblici nel lavoro precario, gli stessi soldi che fino ad oggi l’azienda si è rifiutata di investire per sostenere i suoi autisti, o per allargare l’organico privilegiando contratti di lavoro stabili. Abbiamo appena chiesto un incontro al Comune di Reggio Emilia e in quella sede chiederemo che questa ipotesi venga smentita o tolta dal tavolo. In caso contrario la nostra mobilitazione sarà inevitabile”.
NO AL CARO BIGLIETTI
I sindacati reggiani bocciano questo scenario, analogamente a quanto già successo a Modena la scorsa settimana. Bocciano e incalzano Bonvicini: “In un momento di forte difficoltà per le famiglie e i lavoratori pendolari, colpiti duramente dall’inflazione, pensare ad una lievitazione dei prezzi per i titoli di viaggio sarebbe già problematico. Diventa inaccettabile se analizziamo questo singolare via libera giunto da Bonvicini. Come riportano gli organi di stampa, l’assessora prima aveva espresso la sua contrarietà, allineandosi agli altri soci pubblici (Modena e Piacenza, ndr). Dopo una settimana ha modificato la sua posizione: l’aumento dei biglietti era previsto in un impegno assunto dai soci pubblici nel 2023”. Un dettaglio temporale che non sfugge alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria reggiane: “A proposito del grande bisogno di trasparenza che c’è in Seta, nessuno sapeva alcunché di questo accordo. Né l’azienda né il Comune hanno mai chiarito l’esistenza del rischio di un caro autobus”.
SEGUIRE LA CORTE DEI CONTI
Infine, pesano le questioni legate ai futuri assetti societari che preludono ad una stagione di possibili cambi d’appalto in cui l’occupazione andrà garantita attraverso l’introduzione nelle procedure di assegnazione di robuste clausole sociali. “Non entriamo nel risiko di alleanze futuribili con la Romagna o con Parma. Ad oggi l’unica cosa concreta è l’ordinanza della Corte dei Conti, del maggio scorso, con la quale i giudici hanno sollecitato i Comuni e le Province di Reggio, Modena e Piacenza a riprendere saldamente in mano il futuro di Seta e del trasporto pubblico locale, chiudendo una fase di subalternità a Tper e a interessi che, lo vediamo anche parlando di precarietà e biglietti, non coincidono con l’esigenza mai risolta di un aumento della qualità del servizio per Reggio Emilia, che non può andare disgiunta da un altrettanto cospicuo miglioramento della qualità del lavoro ”, chiosano Cgil, Cisl e Uil.