Verità per Giulio Regeni

TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA:A REGGIO EMILIA SI PERDONO 35 CATTEDRE. LA FLC CGIL“SCELTE POLITICHE GRAVI, GUIDATE DA LOGICHE DI RISPARMIO E NON DALLA QUALITÀ DELL’ISTRUZIONE”

Con la prossima applicazione della Legge di Bilancio 2025, anche la scuola statale della provincia di Reggio Emilia sarà duramente colpita dai tagli all’organico docente. A livello nazionale, il Ministero dell’Istruzione ha confermato una riduzione di 5.660 posti per il personale docente. La ricaduta sulla nostra regione è di un taglio di 191 cattedre, di cui 35 riguarderanno direttamente le scuole della nostra provincia.

“È una decisione miope – denuncia Carlo Piano, Segretario generale della FLC CGIL di Reggio Emilia – che mette a rischio il diritto all’istruzione, compromette la qualità dell’istruzione e l’inclusione scolastica aggrava le condizioni di lavoro dei docenti”.

Una scuola meno inclusiva e meno giusta
Le conseguenze di questi tagli sono profonde e strutturali: ridurre gli organici significa classi più numerose, meno attenzione per ogni studente, più diseguaglianze educative; tutto ciò proprio in un momento storico in cui la scuola avrebbe bisogno di rafforzarsi per affrontare le sfide poste dalle trasformazioni economiche, sociali, culturali e demografiche.
“Invece di migliorare la qualità della didattica e diminuire il numero di alunni per classe si risponde con una logica da spending review. A essere colpiti sono gli studenti e le studentesse più fragili, i contesti educativi più difficili, le esperienze didattiche più innovative”, continua Piano.

Un impatto concreto e doloroso sui lavoratori della scuola
A pagare il prezzo di queste scelte sono anche decine di lavoratrici e lavoratori della scuola che, già oggi, risultano “perdenti posto” nelle scuole di titolarità. Nella provincia di Reggio Emilia, si contano oltre 40 docenti costretti alla mobilità forzata. La situazione, per ordine di scuola, è la seguente: 5 posti di sostegno e 2 su posto comune, alla scuola dell’infanzia; 1 posto di sostegno, 3 per scienze motorie e 4 su posto comune, alla scuola primaria; 9 di sostegno e 5 posto comune, alla scuola secondaria di primo grado; 5 posti di sostegno e 7 su posto comune, alla scuola secondaria di secondo grado.

“Dietro ogni spostamento c’è una storia di impegno e dedizione – sottolinea il Segretario della Flc – Chi è dichiarato perdente posto viene spostato dalla scuola in cui lavora da anni, dai colleghi, dagli studenti, dal territorio. Deve ricominciare da capo, spesso in scuole lontane, con pesanti ricadute personali, familiari e professionali.”

La logica del contenimento della spesa e il sacrificio del potenziamento della didattica
Come già accaduto in passato, le poche compensazioni agli organici saranno effettuate “verso il basso”, cioè spostando i posti disponibili sui gradi di istruzione con stipendi più bassi. Una scelta che dimostra chiaramente come il criterio guida sia il contenimento della spesa, non la qualità dell’insegnamento. “Non si parla di bisogni educativi, di continuità didattica, di inclusione – ribadisce la nota della Flc provinciale – Si guarda ai numeri, alle tabelle di bilancio, a quanto si risparmia. Inoltre, per far fronte alla riduzione strutturale degli organici, si svuota il potenziamento della didattica; una soluzione, solo apparentemente utile, che riduce, se non vanifica, gli interventi di recupero, progettualità, innovazione didattica. Si generano altri vuoti: le scuole non riusciranno a realizzare progetti, laboratori, attività di supporto agli studenti.”

“Non è accettabile che la scuola pubblica sia trattata come una mera voce di bilancio da ridurre – conclude Piano – Difendere la scuola significa difendere, il diritto allo studio e alla formazione, cioè, in definitiva, difendere la coesione sociale e la democrazia. Continueremo a batterci a tutti il livelli perché la scuola resti un bene comune, accessibile, inclusivo e di qualità per tutte e tutti”.

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