Verità per Giulio Regeni

CREDITI UNIMORE INSUFFICIENTI PER ACCEDERE AI SERVIZI EDUCATIVI.

LA CGIL “ISTITUZIONI E DATORI DI LAVORO GIOCHINO UN RUOLO ATTIVO NELLA RISOLUZIONE DEL PROBLEMA”

“Oltre quanto già apparso sugli organi di stampa locale, molti nostri iscritti, negli ultimi giorni, ci hanno informato di come recentemente il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane abbia inviato agli ex studenti di Scienze dell’Educazione una mail per avvisarli che il loro corso di Laurea L-19 non sarebbe stato più sufficiente per essere assunti come educatori dei servizi educativi della prima infanzia sia nel settore privato che in quello pubblico – lo spiegano in una nota Cgil Reggio e Modena insieme alle categorie Fp e Flc – Sempre nella mail sopra indicata – continuano – l’Università, per ovviare a questa criticità ha proposto agli ex studenti di immatricolarsi in sovranumero per poter ottenere i 55 CFU in più rispetto a quelli previsti dal corso di laurea conseguito a suo tempo.
A chi chiedeva ulteriori informazioni, il Dipartimento ha inviato un’ulteriore comunicazione nella quale veniva spiegato che, nonostante il parere tecnico del Ministero rispetto ai requisiti richiesti dalla normativa, quest’ultimo non sarebbe stato ritenuto sufficiente per poter essere ammessi ad alcuni concorsi pubblici.
Nessun altro ateneo, all’oggi, ci risulta aver inviato comunicazioni analoghe ai propri ex studenti.”

“Al fine di comprendere a fondo le ragioni di questa posizione che rischia di riverberarsi pesantemente sulla tenuta complessiva dei servizi educativi delle province di Modena e Reggio, e per tutelare appieno le lavoratrici e i lavoratori interessati da questo provvedimento, abbiamo chiesto tempestivamente un incontro al Rettore e alla Direttrice del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane – aggiungono Cgil di Reggio e Modena, unitamente alle categorie provinciali FP e FLC – Ci impegneremo per quanto in nostro potere al fine di evitare che questa situazione venga scaricata esclusivamente sugli ex studenti oggi lavoratori, i quali non hanno nessuna responsabilità se non quella, paradossalmente, di essersi laureati in UniMoRe e non in un’altra università”.

“Non occorre infine rimarcare quanto i servizi educativi dell’infanzia rappresentino un fiore all’occhiello per la nostra città e quanto di questo storico “vanto” collettivo dipenda dalla professionalità di chi ci lavora ogni giorno – conclude il sindacato – Riteniamo quindi opportuno che le istituzioni locali e i datori di lavoro pubblici e privati (che già stiamo interessando) giochino un ruolo attivo nell’individuazione di una soluzione sostenibile a questa problematica”.

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