Verità per Giulio Regeni

29 LUGLIO 1975- 2025: CINQUANT’ANNI DI CONSULTORI PUBBLICI

STROZZI, CGIL “DIFENDIAMO I CONSULTORI CON FINANZIAMENTI ADEGUATI E SINERGIA TRA LE ISTITUZIONI”

Il prossimo 29 luglio ricorre il 50° anniversario dell’entrata in vigore della Legge 405/1978, che istituiva i Consultori Familiari Pubblici. Una legge fondamentale, frutto di battaglie sociali e sindacali, che ha rappresentato un pilastro irrinunciabile per la tutela della salute riproduttiva, materno-infantile e psicologica di donne, uomini, adolescenti e famiglie nel nostro Paese.

L’istituzione dei Consultori non fu un atto dovuto, ma la conquista di un diritto. Fu il risultato di anni di lotte condotte da movimenti femministi, associazioni per i diritti civili e, in prima linea, dalle organizzazioni sindacali, tra cui la CGIL, che con determinazione rivendicarono un sistema sanitario più equo e accessibile, capace di rispondere ai bisogni concreti delle persone, in particolare delle donne.

“Sono stati anni in cui ci si è battuti per consultori laici, pubblici, gratuiti e aperti a tutti, contro logiche privatistiche e discriminatori – ricorda Elena Strozzi, Segreteria confederale Cgil Reggio Emilia – E’ stata una battaglia di civiltà, per l’autodeterminazione delle donne e per il diritto ad una maternità e paternità consapevoli e libere da condizionamenti”.

Oggi, a quasi mezzo secolo di distanza, i principi ispiratori di quella Legge restano attuali, ma la loro piena applicazione è costantemente messa in discussione.
La CGIL denuncia da tempo il progressivo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale, che si riflette drammaticamente anche sui Consultori: carenza di personale, riduzione dei finanziamenti, ingerenze ideologiche e politiche.
I tagli e la razionalizzazione della spesa pubblica hanno ridotto il numero dei consultori e il relativo personale, incidendo negativamente sia sull’offerta dei servizi che sulle prestazioni, ampliando le diseguaglianze territoriali.

“Viviamo in un contesto politico in cui il ruolo della donna rischia di essere relegato alla mera riproduzione – madre e moglie – e il sistema famiglia sta ritornando ad un’idea conservatrice. – continua Strozzi – Aumentano sempre di più le violenze domestiche e le nuove generazioni risultano sempre più fragili. A fronte di un impegno smisurato da parte del Governo ad ostacolare in ogni modo la libertà di scelta delle donne, sul proprio corpo e sulla propria vita, non si registra alcun impegno per le condizioni dei consultori, che sono pochi e alle prese con difficoltà strutturali di risorse e personale”.

In Francia il Parlamento ha inserito il diritto di aborto tra quelli garantiti dalla Costituzione e il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’inserimento dell’interruzione volontaria di gravidanza nella carta dei Diritti fondamentali dell’Unione. L’Italia invece lo scorso 23 aprile approva definitivamente la legge 56 in materia di misure aggiunte all’applicazione del PNRR, introducendo un emendamento che dà facoltà alle regioni di avvalersi anche del coinvolgimento degli enti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità: “è chiaro il tentativo di demolire il senso ed il valore delle lotte delle donne, che si sono autodeterminate – prosegue Elena Strozzi – Un’idea strisciante della destra che va combattuta con tutte le forze, costruendo un’alleanza con le nuove generazioni, con le professioniste e i professionisti dei Consultori, per difendere quei diritti oggi messi in discussione”.

In occasione di questo 50° anniversario, la Cgil rilancia il nostro impegno per:

  • Un adeguato finanziamento dei Consultori: chiediamo investimenti certi e strutturali per garantire la piena operatività e l’ampliamento dei servizi.
  • Un piano di assunzioni straordinario: è urgente colmare le carenze di organico per assicurare un’assistenza qualificata e tempestiva.
  • La piena applicazione della Legge 194/78: difendiamo il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e contrastiamo ogni forma di obiezione di coscienza che limiti l’accesso al servizio.
  • Percorsi assistenziali e di presa in carico completi: i Consultori devono offrire supporto per tutto l’arco della vita, dall’adolescenza alla gravidanza, dal post-parto all’allattamento, affrontando temi come l’infertilità, la menopausa e il post-menopausa, con un’attenzione fondamentale anche alla salute psicologica.
  • Offerta gratuita e universale: è indispensabile garantire la gratuità di tutti i metodi contraccettivi e degli strumenti di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse, per un’efficace tutela della salute riproduttiva e sessuale.
  • Consultori realmente inclusivi: devono essere un presidio di salute e benessere per tutti, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale, nazionalità o condizione sociale.
  • Una rete consultoriale capillare e integrata: i Consultori devono essere parte integrante della medicina del territorio, in sinergia con ospedali e medici di base.

“I Consultori Pubblici possono essere considerati un’avanguardia delle Case della Comunità, in quanto fondati sul principio dell’integrazione tra le diverse professionalità e dalla molteplicità di aspetti e di bisogni ai quali si propongono di dare risposta – conclude Strozzi -. Tuttavia per rendere davvero efficace e sostenibile questo modello di presa in carico globale della persona è necessario collocare i consultori all’interno di una cornice più ampia di difesa e rafforzamento del sistema pubblico sia sanitario che sociale. E’ in questo contesto che si inserisce l’impegno della Cgil che da sempre si batte per la valorizzazione del welfare pubblico attraverso strumenti concreti come la contrattazione sociale territoriale. Solo attraverso adeguati finanziamenti e un lavoro sinergico tra istituzioni, territorio e parti sociali è possibile garantire che i Consultori non solo sopravvivano ma tornino ad essere veri e propri presidi di salute, diritti e cittadinanza attiva”.

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