Verità per Giulio Regeni

SCIOPERO SETA: VENERDì 17 GENNAIO BUS FERMI DALLE 18: 00 ALLE 22:00.I SINDACATI“TROPPE CRITICITA’ E NESSUNA RISPOSTA: SI INTERVENGA SUBITO”

Incroceranno le braccia per 4 ore domani, dalle 18:00 alle 22:00, gli autisti di Seta nel territorio reggiano per una prima azione di sciopero proclamata delle Segreterie Provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferro.

La mobilitazione è stata indetta dopo che,nonostante gli incontri fatti con la controparte datoriale anche alla presenza delle Istituzioni del territorio, di cui l’ultimo in Prefettura svolto lo scorso 12 gennaio, i sindacati non hanno ricevuto risposta in merito ai temi posti all’attenzione dell’Azienda. “Abbiamo avuto modo di riscontrare da parte aziendale un atteggiamento di assoluto disinteresse in merito alla corretta applicazione della normativa di legge, del CCNL di settore e degli accordi sottoscritti nonché riguardo allo sviluppo di corrette relazioni industriali” fanno sapere in una nota i sindacati.

Il sindacato in questi mesi ha avanzato numerose richieste che sono rimaste solo sulla carta tra cui: attuazione di politiche di assunzione e fidelizzazione del personale assunto, con particolare attenzione all’aumento salariale, alla qualità del lavoro e al tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ma anche stop all’utilizzo del lavoro straordinario per sopperire sistematicamente alla carenza di organico aziendale. “Temi importanti per provare ad arginare le fuoriuscite di personale che hanno raggiunto su questo territorio livelli mai visti nella storia aziendale – spiegano – provocando stress per il personale in servizio costretto spesso a turni di straordinario, notevoli disservizi all’utenza con il verificarsi di corse saltate o soppresse per mancanza di personale”.

.I sindacati hanno chiesto inoltre il riconoscimento del ticket buono pasto per tutti i lavoratori del bacino reggiano, in coerenza con quanto definito per i dipendenti Seta SPA assunti nelle altre province (Piacenza e Modena).“La Società infatti ad oggi, dopo la chiusura di numerosi punti di ristoro dispone del servizio mensa nella sola città di Reggio Emilia e il risultato è che troppi lavoratori sono costretti a portarsi il pasto da casa e consumarlo velocemente sul posto poiché la turnazione o la distribuzione geografica del turno non permette alternative”.

“E’ necessaria – continuano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferro – l’apertura di un confronto per definire un accordo sulla turnazione delle ferie, accordo ad oggi inesistente con conseguente gestione della concessione delle ferie totalmente arbitraria da parte dell’azienda. Ma anche il riconoscimento della tutela legale per ogni grado di giudizio in caso di aggressioni verbali e fisiche del personale in servizio (sia per il personale viaggiante che per i verificatori) e la disponibilità da parte aziendale di costituirsi parte civile in caso di processo”.
Infine, i sindacati chiedono “relazioni industriali che rispettino il protocollo sottoscritto sul CCNL di settore e gli accordi locali, come elementi imprescindibili del processo politico-sindacale che da sempre è strumento fondamentale di confronto e dialogo con le parti sociali e i lavoratori”.

“Come Segreterie Territoriali ci teniamo a chiarire alla cittadinanza il nostro rammarico poiché nonostante gli sforzi profusi non si sia riusciti ad evitare l’azione di sciopero che porterà inevitabilmente disagi. Consideriamo le nostre rivendicazioni legittime ed utili anche a rafforzare il trasporto pubblico locale nel nostro territorio: per un servizio di qualità sempre più vicino all’utenza ed alle esigenze della città e non basato su meccanismi di speculazione e logiche orientate esclusivamente su criteri di economicità o, peggio ancora, su meccanismi di massimo ribasso”.

Infine, un appello alla politica locale e regionale, perché il futuro del trasporto pubblico locale sia un obiettivo da perseguire come elemento centrale delle esigenze di mobilità sostenibile e dell’intero processo di sostenibilità ambientale e quale vero ammortizzatore sociale per le fasce più deboli”

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