Verità per Giulio Regeni

FINE ANNO SCOLASTICO: IL BILANCIO DELLA FLC CGIL REGGIANA

CARENZA DI ORGANICO, PRECARIATO E LA SCURE DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA SI ABBATTONO SU UNA SCUOLA SEMPRE PIÙ BISTRATTATA”

Con la fine dell’anno scolastico si può tentare un bilancio sulla scuola nel territorio di Reggio Emilia. Ecco il quadro che ci propone il Segretario territoriale della Flc Cgil, Carlo Piano.

“Il precariato è il primo problema da evidenziare, con un tasso che supera il 25%. Un dato allarmante che non garantisce la continuità didattica agli alunni, rendendo gravosa la fase di reclutamento per tutti i contesti coinvolti, dai lavoratori alle amministrazioni scolastiche. Un dispendio di energie capace solo di tappare i buchi di un sistema che deve invece garantire il diritto a un’istruzione di qualità.”

A pesare è anche la carenza di organico del personale ATA che ha messo in affanno diverse scuole del reggiano, soprattutto istituti comprensivi, con mancanze solo in parte attenuate quest’anno dal reclutamento straordinario, ma sempre incerto, con i fondi PNRR.

“Il governo non assume abbastanza, mentre nei corridoi delle scuole i collaboratori non bastano per le tante sedi e fanno i salti mortali per garantire vigilanza e tutelare la sicurezza degli alunni. La questione è seria e condiziona la realtà quotidiana delle scuole, rendendo davvero complessa l’organizzazione del lavoro”, sottolinea il segretario.

Ma la situazione si presenta difficile anche per le segreterie, gravate da carenza di personale e sovraccarico di incombenze, trasferite impropriamente alle scuole. Un esempio fra i tanti, la gestione delle pratiche pensionistiche, di competenza dell’INPS.

“Problemi annosi aggravati dalle scelte di questo governo, più preoccupato di emettere slogan, che di investire sul reclutamento del personale – continua Piano –. Per questo l’azione di presidio della FLC CGIL, a livello nazionale ma anche a livello locale, non può che essere così decisa. Noi entriamo nelle scuole e vediamo le conseguenze di una politica che non si fa carico dei veri problemi. Le nostre proposte hanno lo scopo di indirizzare in modo concreto le scelte politiche. Come si evince dai risultati degli ultimi tavoli contrattuali, di cui rivendichiamo avanzamenti sulla retribuzione e sui nuovi inquadramenti che danno maggiore dignità al lavoro del personale ATA”.

Grazie al nuovo contratto, firmato a gennaio e operativo su diverse questioni a partire da maggio, il personale ATA ottiene un aumento di 100/200 euro per le prime e le seconde posizioni economiche già in essere; il raddoppio del loro numero; la possibilità di passaggi dal profilo inferiore a quello superiore.

Il contratto non retrocede nemmeno sui diritti dei precari, introducendo permessi retribuiti per il personale a tempo determinato, andando verso l’equiparazione dei diritti fra lavoro precario e lavoro stabile. E per i docenti si riconosce in modo inequivocabile il diritto alla formazione retribuita.

Oltre ai risultati contrattuali, la FLC CGIL si è battuta anche per la semplificazione delle attività delle segreterie ottenendo che le pratiche passweb dal prossimo anno non siano più incombenza delle scuole.

Nel frattempo, ministero e governo si apprestano a varare riforme, come quella della filiera tecnologico-professionale, già proposta come sperimentazione e bocciata dalle famiglie. “Una riforma distruttiva – afferma Piano – che depotenzia il tempo scuola per gli studenti più bisognosi, e incrina l’autonomia del collegio docenti su materie didattiche trasferendole in parte ai privati.”

Ma il grido d’allarme della FLC CGIL si rivolge soprattutto contro l’autonomia differenziata, in discussione ora alla camera, dopo un primo passaggio in senato. Riforma che, regionalizzando l’istruzione, la consegnerebbe alla ricerca di consenso elettorale dei politici e all’invadenza di una certa imprenditoria locale, frammentando la scuola della repubblica come un puzzle senza disegno.

La FLC di Reggio Emilia assicura che continuerà a contrastare ogni scelta diretta a disgregare la scuola per promuovere invece investimenti a tutela del diritto a un’istruzione sicura e di qualità, a un’idea di scuola pubblica e democratica garantita per tutte e tutti.

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