LA CGIL “CRESCONO LE DISEGUAGLIANZE: LE AZIENDE CONTINUANO AD ARRICCHIRSI SENZA REDISTRIBUIRE AI LAVORATORI”
E’ stato presentato oggi, nel corso dell’ Assemblea Generale della Cgil di Reggio Emilia, il Report biennale (2023-2024) sul mercato del lavoro e gli andamenti economici delle imprese della provincia di Reggio Emilia.
Il Report, a cura di Florencia Samber del Dipartimento ricerca e studi confederale, evidenzia come la frenata economica che stiamo vivendo, plasticamente rappresentata dal fermo della produzione industriale nazionale che si protrae da quasi un triennio, si traduce non solo in meno posti di lavoro, ma in un aumento dello scoraggiamento e nell’acuirsi di disuguaglianze strutturali che penalizzano soprattutto le donne e i cittadini stranieri. La stabilità appare come un’eccezione e i contratti a tempo indeterminato rappresentano meno del 15% delle nuove assunzioni per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla nazionalità.
L’analisi dei bilanci delinea poi un paradosso centrale. Da un lato si delinea un sistema produttivo ancora in salute, capace di generare un’importante ricchezza, con utili cumulati per 13,6 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Dall’altro emerge come questa ricchezza sia stata distribuita in modo iniquo, premiando in modo preponderante le rendite del capitale a scapito della remunerazione del lavoro.
I dati aggregati del 2024 forniscono la prova finale di questa tendenza: a fronte di un calo della produzione, le imprese sono riuscite non solo a difendere, ma ad incrementare la loro redditività. Il valore aggiunto è cresciuto del 4% e gli utili del 6%, mentre i costi del personale si sono ridotti dello 0,8%.
“Siamo davanti ad una fotografia della nostra realtà provinciale tutt’altro che rassicurante. Il lavoro si impoverisce e si precarizza, mentre le aziende continuano ad arricchirsi senza redistribuire adeguatamente parte dei più propri utili ai lavoratori. La nostra contrattazione aziendale produce effetti importanti ma non sufficienti a riequilibrare le diseguaglianze che anche nel nostro territorio invece di ridursi si acuiscono” dichiara Cristian Sesena, Segretario generale della Cgil Reggio Emilia.
Emblematico il caso del Gruppo Max Mara cui il Report dedica uno specifico focus che mette nero su bianco come il colosso nostrano della moda sia “maglia nera” nella redistribuzione degli utili ai dipendenti.
“La vertenza delle lavoratrici di Manifatture San Maurizio ha polarizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica negli ultimi sei mesi, con una buona dose di strumentalizzazione da parte anche di soggetti inerenti al nostro sistema economico locale che, spostando l’attenzione sul mancato investimento del Polo della Moda, hanno volutamente ignorato il fulcro della protesta: le condizioni normative e salariali delle addette – conclude Sesena – I numeri ci danno ragione: la non applicazione del Ccnl dell’industria tessile, e di qualsivoglia contrattazione aziendale, rappresenta una leva impropria per abbassare il costo del lavoro e per non attuare forme virtuose di redistribuzioni degli utili. Questo punto che riguarda Max Mara ma non solo interroga tutti – Istituzioni e Parti sociali reggiane. La nostra proposta? Intanto riconoscere tutti che “Houston abbiamo un problema” e provare, ognuno per la sua parte, a produrre uno sforzo per risolverlo”.
