Verità per Giulio Regeni

BONAZZI EMMA

Terminati gli studi liceali si iscrive all’Accademia di Belle Arti del capoluogo emiliano dove si diploma nel 1913. Nello stesso anno ottiene il Premio del Ministero della Pubblica Istruzione. Il suo esordio espositivo avviene alle mostre primaverili della Società Francesco Francia e ai premi «Curlandese di Bologna e «Ussi» di Firenze, ancor prima di conseguire il diploma accademico. Nel 1913 si aggiudica il premio «Città di Stoccolma» con l’opera Salomè, tela in cui pittura e ricamo si uniscono con grande originalità. A un anno dalla partecipazione alla seconda Secessione bolognese (1914), insieme a Protti, Corsi e Busi viene selezionata da una commissione della Fondazione Carnegie di Pittsburgh per partecipare all’Esposizione Internazionale di San Francisco. Conclusa la Grande Guerra, partecipa alla Mostra romana della Società Amatori e Cultori (1919) e più tardi espone alla Biennale di Venezia del 1920 e 1922, alla prima Biennale romana del 1921 e alla Primaverile fiorentina del 1922. Nel 1928, in occasione della Mostra Campionaria del Littoriale a Bologna, la Bonazzi svolge, nel padiglione dell’Isia da lei allestito, il tema del ciclo vitale del baco da seta. Con l’arrivo degli anni Trenta, l’artista stempera progressivamente il proprio linguaggio di ascendenza secessionista per approdare a forme déco e a modi novecentisti e tardo cubisti. Le innate doti nei settori della grafica, della pubblicità e della scenografia d’ambiente le consentono di collaborare per oltre un quindicennio con la Perugina. Con il passare degli anni, pur proseguendo nella propria ricerca, l’artista si trova sempre più ai margini del circuito delle mostre e delle gallerie.