Verità per Giulio Regeni

tadini emilio

Conseguita la laurea in Lettere si dedica all’attività di critico d’arte e giornalista. In questa veste partecipa al dibattito artistico del dopoguerra con scritti che vengono pubblicati su «Il Verri» e altre importanti riviste. Nel corso degli anni Cinquanta inizia a dedicarsi alla pittura. Dopo l’iniziale realismo, negli anni Sessanta subisce il fascino della Pop Art inglese. L’inizio della sua ascesa avviene con la collettiva allestita a Milano presso lo Studio Marconi con Mario Schifano, Valerio Adami e Lucio Del Pezzo (1965).
Nel 1972 prende parte alla X edizione della Quadriennale di Roma (vi parteciperà anche nel 1999). Sei anni più tardi espone alla Biennale di Venezia, dove verrà invitato anche nel 1982. Nelle opere della maturità sviluppa un linguaggio figurativo dall’originalissima nota fantastica con sovrapposizioni di piani spazio-temporali in cui la fantasia sembra sfumare nella realtà, il tragico nel comico, in un continuo e suggestivo rimando che conduce a una riflessione sulla condizione umana nell’età moderna. Notevole anche la sua produzione letteraria di cui si ricordano alcuni romanzi quali Le armi, l’amore del 1963, L’opera del 1980, La lunga notte del 1988, La tempesta del 1993. Tra il 1995 e il 1996 è protagonista di una grande antologica itinerante in Germania nei musei di Stralsund, Bochum e Darmstadt.
Nel 2001 la sede di Palazzo Reale a Milano ospita l’ultima mostra antologica a lui dedicata.