Verità per Giulio Regeni

tedeschi nani

Compie gli studi in Medicina a Parma, ma nel contempo coltiva la passione per il disegno. Nel 1962 è introdotto all’arte incisoria da Walter Parresi, che a Urbino gli mostra le tecniche e i segreti della grafica. Nel 1965 si trasferisce in Sardegna e vi esercita la professione di medico. Colpito dai colori e dalla luce del Mediterraneo, espone per la prima volta nel 1966, presso la Galleria 23 di Sassari. Rientrato in Emilia, nel 1972 partecipa alla XXXVI Biennale di Venezia.
Da quel momento comincia un’intensa attività di illustratore, sia di testi letterari (Il Signore delle Mosche, 1968; L’Orlando Furioso, 1969; L’Eneide, 1971) sia di quotidiani («Il Corriere della Sera», «Il Giornale», «Il Sole 24 Ore»).
A partire dagli anni Ottanta si interessa alla scultura e alle arti applicate, lavora la ceramica e il vetro. Il suo mondo immaginario, fatto di animali fantastici, atmosfere surreali. La sua ricerca sembra ad un certo gusto per la traccia scritta, indice di un amore vivo per la memoria e il sogno.
Ha creato i disegni per il libro “Non c’era tempo di piangere” di Margherita Cervi (edito dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia, 1994 , v.galleria).
Nel 2000 alcune sue opere sono selezionate per la mostra «Reggio: cent’anni d’arte. Pittori e scultori del XX secolo».