Verità per Giulio Regeni
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CGIL

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“ANCHE 100MILA EURO AL GIORNO” – 2° PARTE

Correva l’anno 2016 quando, attraverso le cronache del processo Aemilia, i comuni mortali (cioè la maggioranza di noi) hanno appreso dell’esistenza di un sistema truffaldino e mafioso per guadagnare soldi: le cosiddette Frodi Carosello. Quattro anni dopo, grazie alle indagini e ai processi aperti sul nostro territorio regionale, possiamo dire con ragionevole sicurezza che le Frodi Carosello godono di rinnovata e buona salute. Non piacciono solo alla ‘ndrangheta; piacciono anche ad organizzazioni comuni e soprattutto, il più delle volte, a sistemi criminali in cui mafiosi e non mafiosi vanno d’amore e d’accordo nel frodare il fisco, sconfiggere la concorrenza, realizzare guadagni illeciti.
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“ANCHE 100MILA EURO AL GIORNO”

Giovedì 5 novembre 2020, nell’aula d’Appello della Dozza a Bologna, si discute la posizione di Pasquale Riillo, condannato in primo grado nel processo Aemilia a 26 anni e 8 mesi per appartenenza alla cosca mafiosa e per altri 8 capi di imputazione.
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9 ANNI A CARMINE, “LA FACCIA BELLA” DELLA FAMIGLIA SARCONE

Nove anni di reclusione. È la pena inflitta a Carmine Sarcone dalla Corte d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Gabriella Castore, per appartenenza alla cosca di ‘ndrangheta operante in Emilia Romagna. O meglio, per usare le parole del collaboratore di giustizia Antonio Valerio, per essere stato “il reggente a piede libero” della cosca tra il 2015 e il 2018, quando i suoi fratelli maggiori, Nicolino e Gianluigi, erano già dietro le sbarre.
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IL SIGNORE DEGLI ANELLI

L’avvocato Luca Andrea Brezigar difende al processo Aemilia uno dei tanti membri della famiglia Muto: Antonio, classe ’71. L’anno di nascita è quasi un cognome in aula, oggi in appello a Bologna come a Reggio Emilia nel primo grado.
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SENTENZA GRIMILDE: COSCA E COLLUSIONI SOTTO SCACCO

42 condanne su 48 imputati e 231 anni complessivi di carcere, compresi nove patteggiamenti. Esiste, eccome, una cosca di ‘ndrangheta in Emilia Romagna, con base a Brescello (RE), che ha continuato a compiere azioni losche anche dopo il gennaio 2015, quando un centinaio di arresti tagliò le gambe alle famiglie mafiose di origine cutrese.