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COMUNE DI BRESCELLO: NO DEI SINDACATI ALL’UMENTO DELL’IRPEF PER MANTENERE I SERVIZI

Non solo il Comune di Reggio Emilia ma anche il Comune di Brescello intende aumentare l’addizionale IRPEF. L’obiettivo è quello di incrementare il gettito di 160.000 euro per il mantenimento dei servizi esistenti.

Questo quanto emerso dall’incontro del 13 febbraio scorso tra Organizzazioni sindacali e Amministratori locali dove ai sindacati è stata presentata l’idea di modificare l’attuale sistema di applicazione dell’addizionale IRPEF, che ad oggi prevede un’aliquota fissa uguale per tutti allo 0,5, introducendo un sistema di progressività dove, però, si parte da un’aliquota allo 0,68 per la fascia reddituale più bassa (da 10.000 a 15.000 euro), arrivando allo allo 0,80 per la più alta.

Non subirebbe alcuna variazione, invece, la fascia di esonero già prevista, fino al tetto di 10.000 euro.

CGIL CISL UIL provinciali condividono il criterio della progressività ma aggiungono “è evidente che uno schema come questo, con differenze così minimali, prefigura un’aliquota quasi unica dove la progressività viene rispettata solo formalmente. E per giunta con un aumento pari a 0,18 e 0,22 per le due fasce reddituali più basse, dove si collocano soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati.”

Le Organizzazioni sindacali hanno pertanto espresso la propria contrarietà a questo modello chiedendo al Comune di rivederlo prendendo in considerazione altre ipotesi, più eque, per reperire le risorse necessarie alla spesa sociale.

Tuttavia, il bilancio verrà approvato il 28 febbraio – spiegano i sindacati – e se dovesse confermarsi l’aumento dell’IRPEF nelle modalità illustrate, la riterremmo una scelta sbagliata”.Si evidenzia inoltre che, nel caso dell’Unione Bassa Reggiana, la necessità di far fronte ad una crescente spesa sociale, in particolare per i servizi alla popolazione anziana, dipende anche dalla situazione di frammentazione dei servizi stessi che contraddistingue quel distretto, situazione che dovrebbe essere superata andando verso un’unica forma pubblica di gestione (rafforzando l’ASP già esistente), in modo da realizzare economie di scala e mantenere servizi di qualità. Senza aumentare le tasse ai cittadini.”

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