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COMUNE DI SANT’ILARIO: CONTINUA LA SCELTA DI INTRODURRE IN BILANCIO L’AUMENTO DELL’IRPEF. UNA MODALITA’ D’INTERVENTO CHE VEDE I SINDACATI CONTRARI

Continua la lista dei Comuni che in merito alla definizione dei propri bilanci intende procedere ad un aumento dell’addizionale Irpef. Anche il Comune di Sant’Ilario entra in questa schiera, avendo presentato in commissione consiliare la proposta di bilancio di previsione 2020, con l’intento di arrivare all’approvazione della stessa entro fine marzo, introducendo una propria modalità d’intervento sull’addizionale irpef.

“Esprimiamo il nostro netto dissenso – fanno sapere Cgil Cisl Uil provinciali – rispetto alle modalità d’intervento sull’addizionale Irpef che prevede di superare l’aliquota uguale per tutti, attualmente in vigore, ma non lo fa per introdurre un giusto criterio di progressività, che favorisca le persone a basso reddito e incida maggiormente sulle fasce di reddito più alte – continuano i sindacati – bensì per aumentare la tassa in modo consistente e pressoché indifferenziato”.

Dall’aliquota unica attuale allo 0,5% si passerebbe infatti, se la proposta venisse approvata così come presentata, ad un sistema di cinque scaglioni, con altrettante aliquote che andranno dallo 0,73% allo 0.80% : ciò significa per lo scaglione più basso un aumento dell’addizionale dello 0, 23%.

“La progressività così introdotta è puramente “di facciata” – sottolineano Cgil Cisl Uil – considerate le differenze davvero minime tra uno scaglione e l’altro. Unico dato positivo, anche se limitato, l’estensione della fascia di esenzione, che si prevede passi da 11.000 euro a 12.000 euro”.

Il Comune otterrebbe un incremento del gettito di circa 350.000 euro, necessario per il mantenimento dei servizi.
“Riteniamo iniquo che questi maggiori costi pesino unicamente sui redditi delle persone fisiche, penalizzando in special modo lavoratori dipendenti e pensionati a reddito medio-basso – concludono – Solleciteremo pertanto l’amministrazione comunale ad incontrarci – ad oggi non c’è stato nessun infatti alcun confronto- per chiedere come Parti sociali di rivedere le modalità di incremento delle entrate nel rispetto di criteri più equi e progressivi. Pur condividendo l’obiettivo di mantenere e sviluppare servizi di qualità per i cittadini, riteniamo che a questo sforzo debba concorrere la fiscalità generale, dunque anche i patrimoni immobiliari e le attività produttive”.

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