FIM FIOM UILM “A FEBBRAIO POSSIBILI ALTRE 8 ORE SE NON RIPRENDE IL NEGOZIATO”
VECCHI, BONFATTI E SCIALLA “ADESIONE CRESCENTE”
E’ lungo l’elenco delle aziende che, tra ieri e oggi, si sono fermate in sciopero per il rinnovo del contratto nazionale.
Ieri è stato il turno di Bosch Rexroth di Vezzano, con adesioni oltre il 90%, e di Sacmi Forni & Filters e Sacmi Tech di Casalgrande, che hanno incrociato le braccia con scioperi a sorpresa.
Oggi l’elenco delle aziende in cui operaie e operai hanno bloccato le attività produttive su richiesta del sindacato dei metalmeccanici vede il Gruppo Interpump, che si è fermato in buona parte e con la capogruppo Interpump nuovamente in sciopero e poi la Walvoil a Bibbiano e Corte Tegge, Emak a Bagnolo, Comet e Idromeccanica Bertolini a Pieve Modolena, Carpenfer a Reggiolo, Tenax, Re.vi.fa di Fabbrico, Rovatti Pompe, Caprari a Rubiera, Salvarani a Poviglio, insieme a due importanti aziende del settore Elettrodomestico, Smeg e Bertazzoni a Guastalla, mentre a Cadelbosco Sopra si sono fermate le maestranze della Motor Power Company e della Vertex.
Alte adesioni anche negli scioperi della FEMM, della MBM, della Kubota, della River, della Vimec e della Still di Luzzara, della Fmh di Rolo e della Puntomec oltre a Dana Motion System, Leuco e Kaerker di Reggio Emilia. La settimana prossima di fermeranno anche B810 e Padana Tubi.
“Da due mesi le aziende metalmeccanici reggiane vedono fermate a sorpresa perché la trattativa è in stallo – dichiarano Fim Fiom Uilm di Reggio Emilia – e con la giornata di oggi si conclude il primo ciclo di lotte per il contratto iniziato a dicembre”.
La manifattura metalmeccanica a Reggio Emilia vede occupati più di 40 mila addetti, 30 mila dei quali con il contratto collettivo nazionale di lavoro dell’industria firmato da Fim Fiom Uilm e Federmeccanica, scaduto il 30 giugno 2024.
“Le segreterie nazionali hanno richiesto alla Federmeccanica di tornare al tavolo con proposte che vadano incontro alle richieste sindacali e se non ci saranno risposte entro fine mese le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici di tutta Italia saranno richiamati a scioperare anche nel mese di febbraio” prosegue il comunicato delle tute blu di Cgil Cisl Uil reggiane.
“In oltre 100 aziende metalmeccaniche reggiane le delegate e i delegati hanno organizzato scioperi a singhiozzo e a sorpresa, bloccando quasi sempre le attività produttive, anche in un contesto di cassa integrazione generalizzata – spiegano Simone Vecchi. Jacopo Scialla e Alessandro Bonfatti, segretari territoriali di Fiom Uilm e Fim – nonostante in questo momento la maggioranza dei metalmeccanici sia soprattutto preoccupata per il futuro occupazionale, per la crisi che non passa, e per le centinaia di euro mensili persi a causa della cassa integrazione, abbiamo visto una crescente adesione agli scioperi, a dimostrazione che a migliaia ritengono che il contratto nazionale vada rinnovato con i contenuti previsti dalla piattaforma”.
Nelle prossime settimane potrebbe quindi riprendere la trattativa, che vede il territorio reggiano rappresentato nelle rispettive delegazioni di Federmeccanica e di Fim Fiom Uilm, con un peso non secondario sulle scelte finale in considerazione della densità industriale della nostra provincia.
“Gli industriali possono venire incontro alle richieste dei lavoratori adesso, e quindi fare firmare contratto che recuperi il potere d’acquisto e redistribuisca una parte della ricchezza, oppure in alternativa le iniziative di lotta continueranno, e potrebbero intensificarsi proprio in vista di una ripresa produttiva, cioè quando le aziende cesseranno di fare cassa integrazione e avranno più bisogno di lavorare” annunciano Bonfatti Vecchi e Scialla.
Si è conclusa la prima parte della mobilitazione in tutte le fabbriche metalmeccaniche dopo la rottura con Federmeccanica e Assistal di metà novembre.
Sono stati due mesi intensi di assemblee, scioperi articolati, presidi che hanno visto un’alta partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, con interruzione di ogni forma di flessibilità.
“Federmeccanica e Assistal fino ad oggi non hanno rispettato lavoratori e sindacati presentando un’inedita e inaccettabile ‘contropiattaforma’. In questo contesto economico, sociale e geopolitico chi blocca la trattativa si assume la responsabilità di aggravare la situazione dei lavoratori dell’industria.”
L’obiettivo della mobilitazione è sempre stato quello di una ripresa del confronto sulla piattaforma presentata dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici per assicurare una rapida conclusione della trattativa per il rinnovo CCNL.
“In assenza della convocazione per ripresa del confronto entro la fine di gennaio, a partire dal primo febbraio al fine di dare continuità in modo incisivo alla mobilitazione sono proclamate ulteriori 8 ore di sciopero da effettuarsi entro la fine del medesimo mese e continueranno ad essere confermati il blocco di ogni forma di flessibilità e straordinari” conclude la nota di Fim Fiom Uilm.