Verità per Giulio Regeni

TRE DOMANDE A UNINDUSTRIA SUL PROGETTO VIRTUS -LAB

Come Organizzazioni sindacali abbiamo a cuore la tutela e la creazione di occupazione nella nostra Provincia, e per questo stiamo tentando di stringere un Patto per il lavoro con tutte le parti sociali, imprese e istituzioni del territorio. Un’operazione quest’ultima che si sta rivelando tutt’altro che scontata a fronte delle rigidità proprio degli industriali, industriali che però in queste ultime settimane si sono resi protagonisti del lancio e della promozione del progetto Virtus – Lab che si propone di offrire chance occupazionali per circa 3000 giovani in 3 anni provenienti da tutta Italia.

Fermo restando che ciò che sappiamo è ciò che leggiamo in rete o sui giornali (Unindustria non ci ha coinvolti a nessun titolo), vorremmo porre alcune domande in merito proprio alla locale associazione degli industriali:

  1. Il progetto stato pubblicizzato come prioritariamente rivolto ai giovani inoccupati del centro sud; Ciò significa che sul nostro territorio non ci sono potenziali giovani da inserire? È stata fatta una analisi in tal senso?
  2. si parla di 800 ore di corsi di formazione gratuita di cui un terzo circa di stage; se un giovane si trasferisse, come auspicato, dal centro sud dovrebbe garantirsi vitto e alloggio a sue spese per alcuni mesi? I periodi di stage presso le imprese saranno retribuiti? Se si come?
  3. Viene dichiarato che al termine dei corsi vi saranno concrete chance di occupazione. concrete possibilità di occupazione non sono certezza di occupazione: cosa dovrebbe spingere i “candidati” a lasciare la propria famiglia, a frequentare corsi di formazione sobbarcandosi potenzialmente costi, senza alcuna garanzia? E al termine dell’iter formativo quale tipologia di assunzione verrà proposta a questi candidati? Entreranno a tempo indeterminato da subito oppure no?

Riteniamo che il progetto Virtus-Lab interroghi tutti, sui coni d’ombra che in questo paese continuano ad aprirsi fra quantità e qualità del lavoro che si crea o si intende creare.

Ben venga quindi un investimento sulla formazione ma lo stesso non può essere svincolato dalla prospettiva di accedere ad un lavoro sicuro, stabile e correttamente retribuito, ancor più se si chiede a giovani lavoratori di operare una scelta di vita come quella di cambiare città e inventarsi un futuro a Reggio Emilia.

Cgil Cisl e Uil invitano Confindustria ad avviare un confronto a 360 gradi, coinvolgendo anche Provincia e Comune: il lavoro che si crea sul nostro territorio è un tema di tutti, la sua qualità riguarda anche noi.

CGIL CISL UIL Provinciali

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