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ASK: SCIOPERO PER LO SMART WORKING. FIOM “SIA UN DIRITTO, NON UNA CONCESSIONE”

Per la prima volta a Reggio Emilia degli impiegati scioperano per il diritto collettivo allo smart working. Accade al Capannone 18 dell’Area Ex Reggiane, dove le bandiere della Fiom Cgil dopo molti anni tornano a sventolare durante un presidio di fronte alla sede della ASK Industries, non più per difendere posti di lavoro in aziende che chiudono, ma per rivendicare il diritto al miglioramento della condizione lavorativa.

Protagonisti dell’iniziativa sindacale sono le impiegate e gli impiegati dell’Ask, storico marchio della metalmeccanica reggiana che, rappresentati dalla Fiom, da mesi sono in trattativa per il contratto aziendale. Con il negoziato in stallo da tempo i lavoratori hanno deciso un pacchetto di ore di sciopero, oggi le prime 4 ore, per dimostrare alla direzione aziendale la volontà di arrivare ad un contratto degno di questo nome.

“Su due temi in particolare i lavoratori pretendono risposte affermative- spiega Viola Malandra che per la Fiom sta seguendo la trattativa – l’aumento di salario fisso e il diritto allo smart working”
Di recente, prosegue il comunicato della Fiom Cgil di Reggio Emilia, la direzione aziendale della Ask Industries ha fatto pervenire un testo di accordo individuale sul tema dello smart working che al sindacato è apparso più un manifesto politico che una proposta di mediazione.

“L’accordo individuale prevederebbe infatti che l’azienda, dopo aver riconosciuto la possibilità dello smart working, lo possa revocare senza motivo da un giorno all’altro trasformando un potenziale diritto individuale in una concessione completamente subordinata alla discrezionalità aziendale”.
“Un’assurdità contrattuale” per le tute blu della Cgil reggiana e anche per i lavoratori della Ask Industries, che infatti hanno deciso di scioperare.
“Gli impiegati davvero non capiscono la ragione per cui un positivo strumento di conciliazione non venga riconosciuto come diritto, finalmente attuando una innovazione contrattuale, e invece l’azienda si sia arroccata su una posizione che mostra solo mancanza di fiducia e rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”. Prosegue la nota della Fiom.

Lo sciopero di oggi rappresenta quindi una svolta nel negoziato, un messaggio chiaro all’azienda da parte degli impiegati per la prima volta in sciopero in questa azienda.
“I bilanci aziendali descrivono una condizione economica in continuo miglioramento che giustifica ampiamente le nostre richieste di aumenti fissi – continua Viola Malandra – per poter andare incontro concretamente alla perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, ma stiamo registrando una posizione di principio incomprensibile”.
“Lo sciopero è riuscito – ribadisce Malandra – ora riparta la trattativa”.

Per la Fiom di Reggio Emilia lo shock inflattivo del triennio 2021-2023 dovrà essere recuperato anche nei contratti aziendali “quasi tutte le maggiori imprese metalmeccaniche reggiane negli ultimi anni hanno visto crescite record, sarebbe insostenibile da un punto di vista sociale distribuire dividendi agli azionisti mentre i dipendenti perdono una mensilità di potere d’acquisto – conclude la nota della Fiom – Sono tuttora aperte trattative per i contratti aziendali anche alla RCF, alla Meta System, alla Walvoil, alla Lombardini Kohler, alla Immergas, alla Comer Industries e tra poco ricomincerà anche alla Argo Tractors, e in queste aziende ci si aspetta confronti costruttivi e positivi per i lavoratori dalle nostre controparti”.

La ricerca della Fiom

Nelle settimane scorse la Fiom Cgil di Reggio aveva reso pubblici di una grande ricerca di massa tra gli impiegati delle imprese metalmeccaniche reggiane, con circa 1500 questionari compilati, dove emergeva che il 92% dei rispondenti vuole continuare a svolgere attività in smart working per 2/3 giorni a settimana, attraverso una regolamentazione collettiva che lo garantisca come diritto individuale.
[qui il rapporto su smart working https://www.cgilreggioemilia.it/2023/ricerca-fiom-sullo-smart-working-il-92-dei-metalmeccanici-lo-vuole/ ]

L’azienda

Ask Industries è un marchio storico della metalmeccanica reggiana con circa 80 dipendenti. Negli anni scorsi la produzione arrivò ad occupare anche centinaia di addetti fino alla progressiva completa delocalizzazione della produzione nei plant polacchi e tunisini. Da dieci anni l’azienda a Reggio Emilia progetta, sviluppa, commercializza componenti per il settore automotive, in particolare cavi, antenne, altoparlanti e amplificatori. Dal 2015 l’azienda fa parte del Gruppo JVC Kenwood, quindi di proprietà giapponese. Ask Industries è stata una delle prime aziende a insediarsi all Capannone 18 nell’area delle Ex Reggiane.

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