Verità per Giulio Regeni
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CGIL

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PRIGIONITE E SCIACALLI

Cosa succede se importanti uomini di mafia, approfittando dell’emergenza coronavirus, ottengono gli arresti domiciliari come misura alternativa al carcere? Al tema, molto attuale, risponde giovedì 21 maggio in videoconferenza Antonio Valerio, che chiede di poter rilasciare una dichiarazione spontanea al presidente della Corte d’Appello di Aemilia, nell’aula del Tribunale allestita presso il carcere della Dozza a Bologna.
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LE PARTI CIVILI DI GRIMILDE

Sono 17 le Parti Civili ammesse dal Giudice dell’Udienza Preliminare dott. Sandro Pecorella al primo grado del processo Grimilde, dopo due sedute di intensa discussione nell’aula del Tribunale allestita alla Dozza di Bologna. Tre sono istituzioni dello stato: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dei Trasporti e ANBSC (l’agenzia per i beni confiscati alle mafie). Cinque sono gli Enti Locali (Regione Emilia Romagna, Comuni di Reggio Emilia, Brescello, Piacenza e Zola Predosa). Cinque anche lo organizzazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL regionali, più le Camere del Lavoro di Reggio Emilia e Piacenza). Infine l’associazione antimafia Libera e tre persone offese dall’azione della cosca.
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GIGLIOTTI E I LINGOTTI

Si chiama operazione “Work in progress”: un altro duro colpo alle truffe societarie ai danni dello Stato e del mercato, messo a segno dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Parma.
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GRANDE ARACRI RICUSA I GIUDICI

Era dal 28 febbraio che le parti del processo di mafia per gli omicidi del 1992 non si ritrovavano in Corte d’Assise a Reggio Emilia, causa la sospensione forzata per l’emergenza sanitaria. Lo scenario venerdì 15 maggio è leggermente modificato rispetto a 75 giorni prima: tutti indossano le mascherine sanitarie e su molte poltrone sono incollati adesivi informativi che vietano di sedersi.
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CUTRO STA A EDO COME 1 A 400

Tre giorni, tre processi di mafia che hanno a che fare con la cosca emiliana di ‘ndrangheta e con il baricentri del suo agire: Brescello e la provincia reggiana. Mercoledì 13 a Bologna udienza preliminare di Grimilde, con alla sbarra i Grande Aracri ancora liberi dopo Aemilia, i loro parenti viadanesi e i loro compagni di affari, anzi affaroni, economici illeciti.
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PERICOLO CORONAVIRUS. IL BOSS NICOLINO GRANDE ARACRI CHIEDE I DOMICILIARI, SENTENZA DI SCARCERAZIONE PER ROMOLO VILLIRILLO

Ogni giorno la lista si allunga, ma non è quella dei contagiati da coronavirus. È la lista dei condannati per mafia che nel coronavirus vedono un valido motivo per chiedere misure alternative al carcere. Una lista che preoccupa, tanto da spingere il governo, su proposta del ministro Bonafede, ad approvare il 29 aprile un decreto legge che rende obbligatorio il parere delle Procure Antimafia e, nel caso di detenuti al 41 bis, anche quello del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, per il pronunciamento dei giudici competenti.